VERSI D'AMORE E DI CIRCOSTANZA
di Juana Inés De La Cruz
Ideale se cerchi: un libro lesbo di poesie d'amore struggenti, ma anche di passione e privazione, di lotta al patriarcato e di indipendenza, intense amicizie femminili che in realtà sono storie d’amore non dette, la poesia barocca con vibe lesbo-esistenziali e ovviamente le donne geniali con un talento per l’infelicità romantica.
Pesantezza: un lesbodramma coi fiocchi, ragazze mie.
Ambientazione geografica: Messico
Ambientazione temporale: 1680-1690
VERSI D'AMORE E DI CIRCOSTANZA
Oh finalmente la poesia sbarca su Lesbook! Lo avevo promesso, con calma ci siamo arrivate. Bene prepariamoci ad entrare in convento con la nostra Juana Inés De La Cruz.
FACCIAMO UN BREVE RIASSUNTO:
Allooooora, più che riassunto questa è una spiega.
Alzi la mano chi conosce: Juana Inés de la Cruz.
Ti vedo là in fondo che alzi la mano, mentendo sapendo di mentire.
Siamo nel 1600 e in Messico. In pratica, la nostra brava Juana è tipo un genio. Piccolo problema: ha una vagina in mezzo alle gambe. Quindi, ciccia! Trova marito e sforna figli!
Juana risponde letteralmente: piuttosto mi faccio suora.
E infatti...
Entra in convento proprio perché lì potrà avere accesso a libri e tempo per scrivere (Una stanza tutta per sé, giusto qualche secolo prima).
Nel 1680 arriva un nuovo viceré a Città del Messico, ma soprattutto arriva sua moglie: Maria Luisa Manrique.
Juana entra nelle grazie (e forse anche in qualcosa in più) della donna. Grazie alla loro (sto facendo letteralmente le virgolette con le dita) "amicizia", Juana potrà godere di favoritismi che le permetteranno di approfondire ancora di più i suoi studi.
Juana e Maria vivranno della loro reciproca passione. Quello che qui troverete sono le lettere che Juana ha scritto a Maria (quanto le sto shippandooo).
FACCIAMO UNA BREVE RECENSIONE:
Perché leggerlo?Perché Juana ti fa sentire vista. C’è tutta la sofferenza dell’amore non corrisposto, la tensione tra spirito e carne, e soprattutto la passiva-aggressività elegante che ogni lesbica dovrebbe padroneggiare. C’è anche una struggente sensualità nei suoi versi, quella fatta di sguardi, di attese, di lettere che odorano di gelsomino e repressione patriarcale.
Perché leggerlo (davvero)?Perché leggere Juana Inés de la Cruz è come entrare in una stanza barocca dove ogni parola è cesellata con precisione chirurgica, ma al centro c’è un cuore queer che pulsa, sussurra, e a volte esplode. È un’esperienza che mescola la bellezza della forma con il desiderio, la frustrazione e la lucidità tipica di chi ama troppo e troppo lucidamente.
I suoi versi non sono “solo” d’amore: sono un campo minato emotivo dove ogni metafora può essere un’esplosione sentimentale. Prendiamo ad esempio questi versi:
“Se ti accuso d’indifferenza,è che l’anima mia si consolasapendo che l’amore che mi neghisia almeno negato con freddezza.”
Qui Juana non sta solo soffrendo: sta raffinando il dolore in una specie di paradosso emotivo. Preferisce essere ignorata freddamente piuttosto che con pietà. C’è tutta la tensione di chi ama senza poterlo dire esplicitamente, ma non per questo rinuncia alla precisione chirurgica del proprio sentimento. La sua è un’intelligenza emotiva che non si nasconde dietro il romanticismo: lo maneggia come un bisturi.
In un altro passaggio dice:
“Il tuo disprezzo è il mio supplizio,ma se mi fosse tolto, morirei,ché ogni male da te,più che bene da altri valerei.”
Siamo nel cuore del barocco sentimentale, sì, ma con un’ossessione lucida che ogni lesbica che ha avuto una crush ingestibile può riconoscere al volo. Qui Juana non idealizza l’amore, lo disseziona, lo soffre, lo trasforma in un'arte elegante della sopravvivenza interiore. Il sentimento non è mai banale: è stratificato, è consapevole, è attraversato da una mente che pensa troppo… e ama ancora di più.
E poi c’è quella sua capacità, tutta femminile e tutta queer, di saper stare in bilico tra il desiderio e il silenzio. In molte poesie dedicate alla viceregina María Luisa (Sì, quella viceregina), Juana scrive con una dolcezza che si fa rivelazione:
“In te, Signora, il cielo ha depostol’armonia di tutte le perfezioni…”
Non c’è solo ammirazione qui. C’è un amore estetico e sensuale che vibra sotto la superficie delle parole, ma che ogni lettrice queer riesce a cogliere come un’eco di qualcosa di profondamente familiare: l’amore impossibile, ma assoluto. L’amore che, anche se non può essere vissuto, viene scritto perché sia almeno detto, inciso nel tempo.
Leggere Juana significa immergersi in un linguaggio che abbraccia la complessità, che non chiede permesso per soffrire, e che non ha bisogno di etichette per essere estremamente lesbico nella sua intensità.
Citazione che ti farà rivalutare l’intera tua vita sentimentale:
“Chi ti ama con timore, non ti ama veramente, perché l’amore non teme.”
Traduco: se lei non ti scrive dopo 12 minuti, non è amore, è ghosting — e Juana l’ha detto prima di tutte noi.
In sintesi: Versi d’Amore e di Circostanza è il libro perfetto da leggere sotto un albero, al Pride o durante l’ennesima crisi esistenziale da ex. Juana Inés de la Cruz ti fa capire che l’amore saffico non ha bisogno di dichiararsi per essere potentemente queer. A volte basta una poesia, una lettera, e una monaca con la penna più affilata delle tue battute su Tinder.
FACCIAMO UNA BREVE MORALE:
A volte basta una poesia, una lettera, e una monaca con la penna più affilata delle tue battute su Tinder.
FACCIAMO UNA BREVE VOTAZIONE:
Lesbodramma: ★★★★
Virginia Woolf: ★★★★
Poiana:
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Fine
Versi d'amore e di circostanza di Juana Inés De La Cruz - recensione
Autrice:
Juana Inès De La Cruz
N°Pagine:
179
Categoria:
Libro lesbo