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La Crociera






Ok, ok, ok, lo so sono in ritardo! Se nessuno è perfetto, figuratevi io.

A febbraio comunque vi ho recensito ben due libri, eh. Ancora una fermata e Fair Play, insomma non son stata li con le mani in mano, vi sto preparando altre tre recensioni. Si, insomma sono in ritardo ecco.


A gennaio abbiamo parlato de Una stanza tutta per sé, per iniziare il bookclub. Questo mese partiamo con i romanzi di Virginia Woolf andando in ordine di pubblicazione.

Quando l’ho deciso mi son detta, “che ordine scelgo? Beh parti con il primo che ha pubblicato”. Così ho dato un’occhiata a quale fosse il primo, La crociera, 532 pagine che gran bell’idea! Il ritardo è dovuto anche questo.


La crociera primo romanzo di Virginia Woolf pubblicato finalmente nel 1915. Dico finalmente perché ci vollero ben 9 stesure. Virginia Woolf iniziò a lavorare al romanzo nel 1910, il titolo originale era Melymbrosia, divenuto poi The voyage out. Quindi non lamentatevi tanto se, chi scrive, ha sforato di qualche giorno a postare.


Carichi del buon vecchio colonialismo inglese un gruppo di londinesi parte per il Sud America.

I primi personaggi che incontriamo sono gli Ambrose, che decidono di svernare lasciando a casa i figli con le balie per ben tre mesi, (sticazzi). I loro compagni di viaggio sono i Vinrace, padre e figlia, nonché parenti degli Ambrose e proprietari della nave. Infine abbiamo lo scorbutico Signor Pepper.

Durante il viaggio la Signora Ambrose, che per fascino mi ha ricordato Anna Karenina, capisce che la nipote Rachel Vinrace, 24 anni, è all’oscuro di come funziona il mondo. Decide quindi di farsi carico dell’educazione della ragazza.


Durante il viaggio la nave si ferma per una tappa dove verranno caricati a bordo nientepopodimeno che i Dalloway. Farà così la sua prima apparizione la protagonista dell’omonimo libro Mrs. Dalloway. Il breve cammeo termina con il commiato alla coppia che ritroveremo nei prossimi mesi.


Giunti in Sud America i nostri viaggiatori incontreranno gli altri inglesi che soggiornano nell’albergo. Gli Ambrose e Rachel trascorreranno le vacanze invernali nella villa del fratello della signora Helen Ambrose.

Rachel viene nel frattempo erudita su come funziona il mondo, scopre che gli uomini sono attratti dalle donne, che le desiderano, scende insomma dal pero dove il padre aveva pensato bene di lasciarla dopo la morte della madre.

Schifata dal mondo stringe un legame sempre più profondo con la zia Helen, tanto da arrivare a darsi del tu, pensa te.


I giorni passano, l'Inghilterra è lontana, ma gli inglesi non rinunciano alle loro abitudini, no, non parlo solo di sentirsi superiori agli indigeni, parlo del tè, del Times, delle lettere, dei romanzi, dei balli, dei matrimoni.


Helen e Rachel entrano in contatto con gli ospiti dell’albergo, gli Elliot, i Thornbury, la signorina Allan e la signorina Evelyn e i Flushing. Le persone più gradite alle due donne però sono i due giovanotti St. John Hirst e Terence Hewet, (ogni volta che leggevo Terence, pensavo in automatico all’unico Terence a cui una ragazza degli anni ‘80 può pensare, cioè quello di Candy Candy).


Ora Rachel sa come funziona tra uomini e donne, è in età da matrimonio e i baldi giovani è ora che si sistemino. Scoppierà l’amore? I due amici litigheranno per la giovane?

Questo lo lascio scoprire a voi.


La crociera rappresenta sì il viaggio che effettivamente i protagonisti compiono per raggiungere un mondo completamente diverso dal loro, ma è anche la metafora per ciò che una delle protagoniste, Rachel vivrà. Il passaggio dall’innocenza dell’adolescenza, dove è stata lasciata indugiare dal padre e le zie, all’età adulta, dove le donne trovano marito.


Ora chi legge potrebbe pensare di trovarsi davanti a un Jane Austen qualunque, gli elementi non mancano, matrimoni verranno combinati e si farà spesso riferimento alla rendita annuale dei signori,(sta cosa della rendita annuale di sterline mi ammazza ogni volta), ma La crociera ci racconta anche dei rapporti tra uomini e donne. Si parla delle lotte che le donne stavano affrontando per avere diritto al voto. Dei commenti degli uomini a riguardo. Dei dubbi se la presunta inferiorità delle donne fosse biologica o dovuta alle minori opportunità.


Mentre parla di Hirst, Virginia Woolf fa dire a uno dei personaggi che la sorella di Hirst è stata sacrificata per permettere al giovane uomo di poter studiare, mentre a lei non è stata data la stessa opportunità, anzi, la famiglia si è immolata per la carriera del figlio maschio.

Decisamente un argomento che ritornerà nel saggio Una stanza tutta per sé di cui vi ho parlato la scorsa volta.


Che posso raccontarvi ancora? Per quanto lungo possa essere, Virginia Woolf, se possiamo dire alle prime armi, riesce a trasportarti in quei luoghi, in quelle stanze e farti sentire come se ti trovassi seduta a uno dei tavoli del salone delle feste dell’albergo, oppure nella cabina della Euphtosyne. Quando i nostri protagonisti organizzeranno una gita in battello sembra di sentire l’aria della notte e di vedere il cielo dell'America latina dei primi del ‘900.


Ci rileggiamo tra un mese con il secondo romanzo pubblicato Notte e giorno




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