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Una stanza tutta per sé

Aggiornamento: 4 mar



Gennaio tempo di liste, di ripartenze, buoni propositi, diete, palestre, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale

Allora inizio io dando vita a questo progetto venutomi in mente mentre mi chiedevo cosa volessi fare nella vita. Una mia amica, la mia socia, mi ha detto:


Tu inizia a fare e poi aggiusti il tiro man mano che capisci.





Quindi questa idea è figlia del fare e vediamo dove mi porterà. Premetto che sono team Inizio-mille-cose-e-non-ne-finisco-mezza.


L’altro genitore putativo di questa rubrica è Virginia Woolf, o meglio la mia infatuazione per lei. Così ho pensato di far decantare il mio amore aprendo il Virginia lovers book club dove per un anno, una volta al mese, avrò sì il ciclo, ma pubblicherò anche un articolo su un libro di Woolf, (non potete capire la difficoltà di non mettere articoli visto le mie origini lombarde).


L’idea era di cominciare da Gita al faro, primo libro e primo amore, ma chi scrive è una donna, che parla di storie di donne e di scrittrici, quindi, è evidente che la scelta debba necessariamente ricadere su Una stanza tutta per sé.



Virginia Woolf viene incaricata di scrivere qualcosa, per una conferenza, anzi due, sull’argomento Le donne e il romanzo. La nostra scrittrice di Bloomsbury inizia il suo TED Talk con il primo consiglio


“A una donna serve una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline”.

Io non so se avrò mai bisogno di una stanza per scrivere, ma sicuramente mi prendo le mie 500 sterline, raga. 


Il libro, anzi la conferenza verte tutto su questo. Ora voi mi direte, ma che c’entra? Io vi rispondo che ve lo dice proprio Woolf che c’entra.


Nel breve libro Virginia Woolf ci spiega come per secoli alle donne sia stato difficile l’accesso alla scrittura e al farsi pagare per scrivere e in generale a essere pagate.


Inizia la sua digressione parlando appunto di come le donne fossero state escluse dagli affari, in quanto il loro ruolo assegnato era quello di moglie e madre. Fine.

Quindi il compito delle donne era semplicemente la cura di casa, marito e figli. Ah come erano indietro in Inghilterra direte voi. Ferme dirò io, si perché l'economista Azzurra Rinaldi ha pubblicato nel 2023 Le signore non parlano di soldi, ( di cui vi scriverò nelle prossime settimane), dove si parla di gender gap e di quanto valga in soldoni questo lavoro di cura che hanno deciso di rifilarci a noialtre. Quindi non c’è tanto da ridere ragazze.


Quanto la società ha imposto alle donne si riflette sulla letteratura, secondo Woolf, infatti, uno dei passaggi più belli del libro vede la protagonista immaginare cosa sarebbe successo se Shakespeare avesse avuto una sorella con lo stesso talento. Avrebbe potuto avere le stesse opportunità del fratello? Col cazzo, cioè, se ne avesse avuto uno le avrebbe avute. Questo per due motivi:


  • Per prima cosa, e questo  venitemi a dire  che non lo sperimentate ancora oggi, la famiglia è inesauribile fonte di interruzioni. Voglio dire ve lo immaginate Leopardi che viene interrotto mentre sta componendo L’infinito perché c’è da rammendare un calzino?


  • Per una donna essere presa sul serio, o essere credibile è più difficile, infatti le Brontë Sisters inventarono degli pseudonimi maschili per farsi pubblicare.


Fortunatamente, non sono solo questi gli ostacoli che le donne che aspirano a diventare scrittrici, devono affrontare. Condiamo il tutto con una bella dose di denigrazione e derisione da parte dei professori, dottori, prelati e uomini in generale.


Poi dici ti vedo un tantinello sciupata.


Virginia Woolf fa poi un distinguo tra la scrittura delle prime donne che fecero della penna un lavoro e le più recenti, come Jane Austen. Infatti nota che nelle seconde manca una sorta di incazzatura. Quindi ora le donne possono attingere a una risorsa che prima non era possibile avere, scrivere cioè con la mente libera dalla frustrazione, così come poteva fare Shakespeare.


Infine, the last but not the least, gli argomenti, si perché camminando per le strade di Londra l’autrice si chiede chi avrebbe mai parlato delle migliaia di donne che lavoravano, crescevano i figli, pulivano ecc ecc? Nessuno perché troppo impegnato a scrivere delle gesta di Napoleone per l’ennesima volta, (a meno che non siate Paola Cortellesi).


A questo punto vorrei chiudere citando il saggio:


“Perché io so io, e voi non siete un cazzo”

E adesso cosa c’entra la buonanima del Marchese del Grillo.


C'entra c’entra. Per amor di verità Virginia Woolf ci fa anche notare che per diventare poeti ad esempio, ti conviene avere un’istruzione universitaria e una bella rendita, grazie ar cazzo Virgì. Se ciò è vero per gli uomini meno abbienti, immaginate per una donna meno abbiente quanta fatica per riuscire a pubblicare.



Quindi avete capito perché a una donna serve una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline?


Mentre leggevo mi chiedevo:


Se la situazione delle donne inglesi era così, figurati per le italiane.


A questo riguardo segnalo questo bel progettino Mis(S)conosciute sulle scrittrici del ‘900 rappresentate da una bella grafica con un iceberg a simboleggiare quelle 3 o 4 autrici italiane conosciute. Sotto il livello del mare tutte quelle meno conosciute o accantonate, come Grazia Deledda, ad esempio, spesso associata a Verga, autore, invece, inserito nel programma di letteratura delle superiori. 


Ah ve l’ho detto che Deledda vinse il premio Nobel per la letteratura con Canne al vento ? Verga questo lo sa fare? Sicuramente Murakami no.



Buon Compleanno Virginia Woolf ( 25/01/1882)




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