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Stavamo solo imparando la vita

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INTERVISTA ALL'AUTRICE

Benvenuta alle interviste di Lesbook, lo spazio dedicato alle voci che stanno plasmando l’universo della narrativa WLW nel queer contemporaneo.


Qui incontriamo autrici capaci di emozionare, sorprendere e raccontare il mondo attraverso storie che parlano di identità, coraggio e amore in tutte le sue forme.


Ogni intervista nasce con un obiettivo: entrare nel laboratorio creativo dell’autrice, scoprire da dove nasce un’idea, come prendono forma i personaggi e quali sfide accompagnano il viaggio della scrittura. Un momento intimo, autentico e senza filtri, pensato per portare le lettrici dietro le quinte del romanzo e dentro le emozioni di chi lo ha scritto.


Oggi abbiamo il piacere di ospitare Emilia Testa, che ci accompagna in un dialogo fatto di ispirazioni, processi creativi e progetti futuri. Pronte a scoprirla?


Breve presentazione dell’autrice, del libro e del tema principale.


Mi chiamo Emilia Testa, scrivo da un po’ di tempo e sono al mio terzo libro.


Nei miei scritti (poesia, racconti, narrativa) mi occupo di tematiche sociali e civili, soprattutto quelle legate al mondo lgbtq, perché ancora sogno un mondo più bello e inclusivo, dov’è tutte e tutti siano liberi di amare chi vogliono.


Vivo a Ravenna, mi occupo, per vivere, di interior design, ma scrivere è la mia vera passione. Il mio ultimo libro, Stavamo solo imparando la vita, Giovane Holden Edizioni, narra la storia di un’adolescente inquieta, alla ricerca di se stessa e di un proprio modo di collocarsi in un mondo dove non avere più paura di dire “Questa sono io”…Innamorata persa di una sua amica a cui non ha il coraggio di dichiararsi troverà nell’affetto di un amico il modo per riscattarsi, e sentirsi parte della Storia.


Sullo sfondo la città di Napoli, crocevia di destini e incontri.


  1. Come è nato questo progetto? Ricordi il momento preciso in cui l’idea ha iniziato a prendere forma?


    Volevo occuparmi sempre di tematiche lgbt, parlare soprattutto di giovani, incentrando la storia dei protagonisti in una Storia più ampia, quella degli anniSettanta che hanno dato via alle grandi trasformazioni sociali, nonostante fossero anni molto “roventi” e discussi. Ma credo fondanti per la libertà di chi è nato dopo, e rivoluzionari per chi li ha vissuti.


  2. Come sono nati i personaggi? Partivano da un’immagine precisa, da un’emozione o sono cresciuti strada facendo?


    Direi che è un po’ un romanzo di formazione, ovvio che ho narrato anche storie a me vicine, attingendo a storie vere, ma poi ho romanzato il tutto. Alcuni personaggi sono davvero esistiti, tipo Nicola, un mio amico che non c’è più, e scrivere di lui ha sanato vecchie fratture di separazione. Anche le nonne del libro, comuniste e dissacranti, potrebbero essere proprio le mie.


  3. Qual è stato il momento più entusiasmante della scrittura e quale, invece, quello che ti ha messo più alla prova?


    Scrivere raccontando la formazione sentimentale e sessuale di un’adolescente mi rendeva consapevole che tante ragazze si sarebbero ritrovate nelle storie della protagonista, alle prese con amori bizzarri, che scorticano l’anima, e amicizie che ci offrono un faro per guardare oltre. Scrivere di Nicola, un ragazzo che soffre il mal di vivere, mi metteva addosso tanta tristezza. Ma in fondo la vita è anche questa, purtroppo.


  4. Hai mai avuto un momento di stallo o di sconforto, in cui hai pensato di mollare tutto?Se sì, cosa ti ha fatto andare avanti?


    Credo che tutti coloro che scrivono a un certo punto vorrebbero chiudere il computer e non riaprirlo più. Scrivere è un gran ribollire di emozioni, di sensazioni, non sempre piacevoli. Sono andata avanti perché poi ti affezioni ai tuoi personaggi, e indugi, creando per loro un domani, partenze, arrivi, un tempo che li renda meno inermi difronte a una vita che non si smette mai di imparare.


  5. Cosa puoi anticiparci del tuo futuro letterario? Hai già un progetto in lavorazione o un’idea che ti sta chiamando?


    Da pochi giorni mi è venuta l’ispirazione per una nuova storia, più intima e distopica, credo, perché spesso la vita ci costringe a invertire i nostri desideri, ci spinge al paradosso. Ma non posso fornire ulteriori dettagli perché non li so neanche io. Forseprima di un altro libro di narrativa mi piacerebbe pubblicarne uno di poesie, ne ho già scritte diverse, ricordi di tragitti precedenti, un po’ amare, ma anche ironiche e dissacranti, come sono io.


  6. C’è un personaggio a cui sei particolarmente legata? E uno in cui ti riconosci di più? Perché?


    Sono legata al personaggio di Enrica, colei che salva la protagonista sul finale del libro, una creatura apparentemente “semplice” ma che sa regalare i colori e le armonie delle emozioni belle, e vere. Mi riconosco nella protagonista, ho anch’io questa spiccata propensione a voler cambiare il mondo intorno a me, senza riuscirci, ahimè.


  7. Quale tema o messaggio speri arrivi più forte ai lettori?


    Più che un messaggio volevo descrivere le emozioni che solo lo sguardo complice di una persona amica sa darti, e anche l’adrenalina, quel vortice tra inferno e paradiso, che l’amore ti regala, e gli ideali, quelli in cui a vent’anni credi un po’ di più.


  8. C’è un aneddoto curioso o un dettaglio nascosto che nessuno ha ancora notato nel libro?


    Mi ha sorpreso che molte persone di Napoli non conoscano i luoghi descritti nel libro, le tante strade percorse dai miei personaggi. È curioso anche che tanti napoletani non siano mai stati ai Quartieri spagnoli in quegli anni, che erano un luogo ostico, un po’ inquietante, e questa percezione strana viene descritta nel libro. Adesso sono tra i posti più trendy di Napoli.


  9. Cosa ti emoziona di più nel dialogo con le tue lettrici e lettori? C’è un feedback che ti ha colpita?


    Che tante ragazze e ragazzi si riconoscano nei miei protagonisti, con alcuni di loro ho stabilito rapporti di vera amicizia, mi chiedono consigli, non riescono a capire come la libertà di essere se stessi ha proprio la sua base fondante nelle lotte sostenute in quegli anni. Mi ha colpito una ragazza che mi ha scritto dicendo che sono la sua guida guru. Incredibile.


  10. Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni?

    Avere una “stanza tutta per me”, ma pubblica, aperta a tutti e a tutte, un luogo in cui stare insieme senza limiti di età, solo gli ideali condivisi, un posto in cui scrivere, raccontarsi, portare un pasto a sacco, e ridere, e condividere problemi, senza smettere mai di imparare a vivere.



Ringraziamo Emilia Testa, per averci fatto entrare nel suo mondo. Ora la prossima domanda falla tu lettrice!



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