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COR - GLI AMORI DI VILLA ARTEMISIA

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Cor - Gli amori di Villa Artemisia

L'intervista all'autrice

Benvenuta alle interviste di Lesbook, lo spazio dedicato alle voci che stanno plasmando l’universo della narrativa WLW nel queer contemporaneo.


Qui incontriamo autrici capaci di emozionare, sorprendere e raccontare il mondo attraverso storie che parlano di identità, coraggio e amore in tutte le sue forme.


Ogni intervista nasce con un obiettivo: entrare nel laboratorio creativo dell’autrice, scoprire da dove nasce un’idea, come prendono forma i personaggi e quali sfide accompagnano il viaggio della scrittura. Un momento intimo, autentico e senza filtri, pensato per portare le lettrici dietro le quinte del romanzo e dentro le emozioni di chi lo ha scritto.


Oggi abbiamo il piacere di ospitare Martina Michelotti, che ci accompagna in un dialogo fatto di ispirazioni, processi creativi e progetti futuri. Pronte a scoprirla?


Breve presentazione dell’autrice, del libro e del tema principale.


CÖR è un romanzo di formazione romance queer dall’atmosfera decadente, ispirato alla musica e alla letteratura, ambientato nella dimensione sospesa e magica della Val Trebbia. Rosa ha diciassette anni, ama i libri e la pasticceria, e vive in una famiglia segnata dalla morte di suo fratello Ismaele. Quando la maestosa Villa Artemisia, che ha sempre osservato da lontano, torna improvvisamente ad abitarsi, per lei inizia un’estate diversa da tutte le altre. È l’estate dell’incontro con Iside, e della scoperta del proprio orientamento sessuale, dell’amore che nasce timido e poi travolge, aprendo domande nuove sull’identità e sul desiderio. Mentre la sua famiglia si sgretola a causa del tradimento del padre, Rosa intraprende un viaggio fatto di arte, letteratura, musica e poesia, tra ville, castelli e paesaggi della sua terra. Un percorso che la condurrà a fare i conti con la vera identità di Ismaele e con la storia di resistenza che attraversa quei luoghi. In questa delicata metamorfosi da ragazza a donna, Rosa scoprirà cosa significa scegliere chi diventare — e quale forma può assumere l’amore quando si ha il coraggio di ascoltarsi. Un romanzo sull’amore, l’identità e il coraggio di diventare sé stessi.


  1. Come è nato questo progetto? Ricordi il momento preciso in cui l’idea ha iniziato a prendere forma?


Credo che il percorso di CÖR sia stato lungo e che sia nato dentro di me poco alla volta, fin dall’adolescenza. Volevo scrivere un romanzo di formazione che trattasse temi profondi che avevo vissuto sulla mia pelle e di arte, libri, romanticismo, amore… ma anche un romanzo intriso — zeppo — di magia. È nato in anni di pensieri, riflessioni e soprattutto arte e ricerche, man mano che crescevo — sto ancora crescendo — e diventavo consapevole dei concetti di amore, amicizia, relazioni.


  1. Come sono nati i personaggi? Partivano da un’immagine precisa, da un’emozione o sono cresciuti strada facendo?


I personaggi di CÖR sono tutti ispirati a persone reali, o meglio: a lati di persone reali. E allo stesso tempo contengono una parte di me, quindi anche emozioni. In Rosa ritrovo la voglia di stupirsi della vita tipica dell’adolescenza e quell’amore che ti travolge, ti cambia. In Iside, invece, c’è la consapevolezza — spesso mal gestita — di una persona estremamente creativa alla prima età adulta, che si scontra col mondo e con i suoi stessi limiti.


  1. Qual è stato il momento più entusiasmante della scrittura e quale, invece, quello che ti ha messo più alla prova?


I momenti più entusiasmanti sono proprio quelli che mi hanno messo più alla prova, e riguardano il concetto di famiglia. Nel romanzo è stato difficile intrecciare il percorso di una famiglia che si sgretola per motivi diversi in ogni componente, con conseguenze e reazioni altrettanto diverse. E al tempo stesso, raccontare di come quella famiglia si ricomponga in una nuova forma — magica, inedita. Uno dei temi principali di CÖR è proprio la found family, guidata dall’amore, dalla crescita

insieme, dalla magia e dalla comprensione reciproca.


  1. Hai mai avuto un momento di stallo o di sconforto, in cui hai pensato di mollare tutto? Se sì, cosa ti ha fatto andare avanti?


Potrei dire di sì: ho avuto momenti no, ma sono arrivati a causa del mio rapporto con il mercato editoriale che privilegia spesso lo sfruttamento del capitale artistico e cognitivo, secondo un sistema, che non è meritocratico e soprattutto non è equo. Ho scoperto la forte discordanza tra ciò che viene comunicato sui social e ciò che è, invece, la realtà. Nella scrittura, però, non ho mai avuto momenti altrettanto difficili, perché per me è come dipingere, mangiare, parlare. Scrivere è un modo di respirare, esprimermi, costruire.


  1. Cosa puoi anticiparci del tuo futuro letterario? Hai già un progetto in lavorazione o un’idea che ti sta chiamando?


CÖR si è evoluto, e per questo torna in un’altra veste. Ma non solo. Ho sempre avvertito che, mentre lo scrivevo — mentre Rosa e Iside si innamoravano — le sirene nuotavano sotto la superficie, la terra vibrava di magia, e Villa Artemisia custodiva altri segreti che non conoscevo nemmeno io. Poi tutto questo universo si è rivelato: l’ho costruito immergendomi in ricerche tra realtà e fantasia, che per me hanno lo stesso valore. Vedrete molte avventure in questo universo. CÖR è stato il primo passo per liberare tutta la mia creatività in un mondo che invece ci vuole uniformi. È per questo che il ciclo a cui sto lavorando toccherà temi come politica, amore, magia, amicizia e generi diversi: non può essere contenuto in una sola etichetta.


  1. C’è un personaggio a cui sei particolarmente legata? E uno in cui ti riconosci di più? Perché?


Iside. È una persona reale che mi ha ferita, con cui ho avuto incomprensioni, ma che allo stesso tempo mi ha cresciuta: fa parte di me, della mia storia. Mi fa riflettere su quanto la nostra storia personale si rifletta in noi. È caotica, incompresa, sensibile, e insegue l’amore. È un’esteta, e sulla sua pelle vive l’ammirazione ma anche l’esclusione. È ciò che conosco molto bene.


  1. Quale tema o messaggio speri arrivi più forte ai lettori?


Il messaggio che voglio trasmettere con CÖR è un biglietto verso una tratta immaginaria che ci porta lontano dalle etichette, dai pregiudizi e da ciò che gli altri hanno voluto per noi, e che per anni ci ha ingabbiati. È un invito su un tappeto volante magico, in viaggio tra libri, dolci e sentimenti, insieme a questa giovane ragazza che cerca sé stessa.


  1. C’è un aneddoto curioso o un dettaglio nascosto che nessuno ha ancora notato nel libro?


Ogni singola parola del mio romanzo deriva da una suggestione: una canzone, un libro, un film, un luogo. A poco a poco i lettori ricompongono i pezzi microscopici di una mappa interpretata in modo diverso da ognuno. Per esempio: Rindy, il peluche d’infanzia di Rosa, porta il nome della figlia di Carol, protagonista di Patricia Highsmith, perché rappresenta un filo che lega Rosa alle sue memorie. Le relazioni tormentate e frastagliate di Iside derivano dalle canzoni di Lana Del Rey. E

ci sono tante altre cose… diversi hanno scoperto che Villa Artemisia esiste davvero, sotto un altro nome.


  1. Cosa ti emoziona di più nel dialogo con le tue lettrici e lettori? C’è un feedback che ti ha colpita?


Mi colpisce sempre che consideravo CÖR un romanzo estremamente personale, e temevo non venisse compreso. E invece, anche rispetto a esperienze inusuali, le persone si ritrovano e ci tengono a dirmi: “L’ho vissuto anche io!”.

E questo accade — cosa che non avevo preventivato, poiché immaginavo CÖR per una fascia 18-35 — al di là dell’età: persone di sessant’anni mi hanno raccontato di ritrovare esperienze, dettagli, storie vicine alle loro.


  1. Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni?


Suonerà arrogante, ma se si sogna… perché non sognare in grande? Sono un’artista e uno dei mantra nello studio dell’arte è: copia i migliori, e quando avrai imparato la tecnica alla perfezione, potrai creare qualcosa di tuo. Per anni, a scuola d’arte, ho copiato Michelangelo, Botticelli, Leonardo, studiandoli da vicino. Per me la scrittura funziona allo stesso modo: mi ispiro alla scrittura — che disgiungo dalla persona — di J.K. Rowling, Elena Ferrante, Tolstoj, Fitzgerald,

Tolkien. È la loro traiettoria che ho in mente: non perché siano super famosi, ma perché hanno creato universi e storie che permangono. Ed è la cosa più difficile. Io desidero dare vita a un universo dove letteratura, cinema, musica, scenografia e arte si intrecciano.



Ringraziamo Martina Michelotti, per averci fatto entrare nel suo mondo. Ora la prossima domanda falla tu lettrice!



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