L'intervista all'autrice
Benvenuta alle interviste di Lesbook, lo spazio dedicato alle voci che stanno plasmando l’universo della narrativa WLW nel queer contemporaneo.
Qui incontriamo autrici capaci di emozionare, sorprendere e raccontare il mondo attraverso storie che parlano di identità, coraggio e amore in tutte le sue forme.
Ogni intervista nasce con un obiettivo: entrare nel laboratorio creativo dell’autrice, scoprire da dove nasce un’idea, come prendono forma i personaggi e quali sfide accompagnano il viaggio della scrittura. Un momento intimo, autentico e senza filtri, pensato per portare le lettrici dietro le quinte del romanzo e dentro le emozioni di chi lo ha scritto.
Oggi abbiamo il piacere di ospitare Valentina Bindi, che ci accompagna in un dialogo fatto di ispirazioni, processi creativi e progetti futuri. Pronte a scoprirla?
Breve presentazione dell’autrice, del libro e del tema principale.
Sono una scrittrice di romanzi saffic. Nelle mie storie l’amore è sempre un campo di battaglia, è dolce, viscerale, tormentato, capace di ferire e guarire nello stesso istante. Prediligo scrivere di protagoniste imperfette, affamate di verità, a volte anche scomodo ma reali, perché non è oro tutto quello che luccica. Se dovessi definire il mio stile direi tra delicatezza poetica e forti colpi di scena emotivi, per questo scrivo di relazioni saffiche intense, voglio che chi mi legge sente le emozioni in prima persona, proprio come dovrebbe fare un libro. Fartelo sentire sulla pelle. Vi parlerò di VISCERALE, perché è il mio ultimo romanzo e quello più intenso di tutti, poetico, tosto, difficile, di quelli che ci metti un attimo a entrare dentro, ma poi non ne esci più.
Come è nato questo progetto? Ricordi il momento preciso in cui l’idea ha iniziato a prendere forma?
L’idea di Viscerale è nata in un momento completamente normale, uno di quelli che non ti aspetti possa cambiare qualcosa. Ero con la mia compagna, a fare il nostro solito aperitivo al Circo Massimo, si sa come va, due bicchieri sul tavolino, il tramonto che arrossava il cielo, e quella calma bellissima che esiste solo quando sei con qualcuno che ti conosce davvero. Proprio lei mi ha suggerito di creare una storia ambientata in un college cattolico e bam!
Come sono nati i personaggi? Partivano da un’immagine precisa, da un’emozione o sono cresciuti strada facendo?
Sono nate subito dopo che abbiamo parlato del romanzo. Un’immagine, un nome, una sensazione, per prima mi è venuta in mente Maddie e ricordo di aver pensato, io voglio raccontare un amore che fa rumore anche quando tace, di quelli proprio che non ti levi dal cervello nemmeno se preghi in aramaico. Ed ecco, appunto, Maddie e successivamente il
suo opposto: Ellie.
Qual è stato il momento più entusiasmante della scrittura e quale, invece, quello che ti ha messo più alla prova?
Solitamente è sempre la fine la parte più ostica, perché sono sempre in dubbio se farla finire o continuare in un secondo volume, magari uno spin-off. Alla fine ho optato per lo spin-off, che deve ancora uscire. Il momento più entusiasmante per me è stato quello del climax.
Hai mai avuto un momento di stallo o di sconforto, in cui hai pensato di mollare tutto? Se sì, cosa ti ha fatto andare avanti?
A dire la verità sì, quando mi è capitato di perdere un po’ di entusiasmo dovuto al produrre troppo per restare sempre in cima alle classifiche del mio genere su Amazon. Poi ho pensato che se continuavo così mi sarei fritta il cervello e stressata, la vivevo male, quindi ho smesso anche di rispondere alle richieste di alcune lettrici, mi dispiace ma ho dovuto salvaguardare me stessa e la mia arte.
Cosa puoi anticiparci del tuo futuro letterario? Hai già un progetto in lavorazione o un’idea che ti sta chiamando?
Sì, tra poco uscirà un nuovo romanzo molto lesbotrauma! Vi dico solo che la protagonista è Argentina e darà filo da torcere, scrittrice e editor, vi ho anticipato troppo!
C’è un personaggio a cui sei particolarmente legata? E uno in cui ti riconosci di più? Perché?
Sì, anche se scegliere è difficile. Sono profondamente legata a Ellie, ed è senza dubbio il personaggio in cui mi riconosco di più. Ha quella miscela di impulsività e delicatezza che mi appartiene, il suo modo di amare, totale, irrazionale, istintivo, è qualcosa che conosco intimamente. La sua ironia, la sua dolcezza, c’è tanto di Ellie che mi somiglia e per questo scelgo il suo personaggio.
Quale tema o messaggio speri arrivi più forte ai lettori?
Spero che arrivi l’idea che l’amore vero non è mai lineare: è contraddizione, paura e coraggio insieme. Ellie e Maddie mostrano che si può desiderare qualcuno anche quando fa paura ammetterlo, parlo di identità, di fede, di corpo, di colpa, di scelta. Ma soprattutto del diritto di sentirsi, profondamente, senza chiedere permesso. Vorrei che chi legge si sentisse
meno sola nelle proprie ferite.
C’è un aneddoto curioso o un dettaglio nascosto che nessuno ha ancora notato nel libro?
Sì, in Viscerale ci sono piccole simmetrie segrete tra Ellie e Maddie che ho seminato apposta. Ogni volta che una delle due scappa, l’altra compie un gesto silenzioso che la richiama indietro. Nessuno le nota perché sono sottilissime, quasi impercettibili. Un altro dettaglio è che ogni preghiera di Maddie risponde a un pensiero non detto di Ellie.
È il modo in cui, senza saperlo, si parlano da lontano.
Cosa ti emoziona di più nel dialogo con le tue lettrici e lettori? C’è un feedback che ti ha colpita?
Mi emozia quando mi dicono che i personaggi hanno toccato qualcosa di loro che non sapevano nominare. Una lettrice una volta mi ha confessato di aver pianto perché si era riconosciuta in una delle mie tante storie, c’è anche chi ha preso coraggio e ha confessato i propri sentimenti alla persona che le piaceva. Ce ne sono state tantissime di cose, non
basterebbe una vita a raccontare tutti i feedback che ho avuto a partire dal 2021, da quando uscì Puntini, Puntini, Puntini.
Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni?
Vorrei vedere Viscerale diventare una serie, una cosa vera, tangibile, con due attrici valide, un’altra parte di me sogna una piccola casa in Irlanda dove scrivere guardando l’oceano. E pubblicare storie che restino, non per numeri, ma per ciò che fanno sentire. Mi piacerebbe arrivare a chi ha bisogno di un romanzo che non giudica, ma accoglie. Il sogno folle? Continuare a far tremare il cuore di chi legge, a prescindere da tutto.
Ringraziamo Valentina Bindi, per averci fatto entrare nel suo mondo. Ora la prossima domanda falla tu lettrice!

