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Sotto la Superficie di Lisa Dolphin

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INTERVISTA ALL'AUTRICE


Benvenuta alle interviste di Lesbook, lo spazio dedicato alle voci che stanno plasmando l’universo della narrativa WLW nel queer contemporaneo.


Qui incontriamo autrici capaci di emozionare, sorprendere e raccontare il mondo attraverso storie che parlano di identità, coraggio e amore in tutte le sue forme.


Ogni intervista nasce con un obiettivo: entrare nel laboratorio creativo dell’autrice, scoprire da dove nasce un’idea, come prendono forma i personaggi e quali sfide accompagnano il viaggio della scrittura. Un momento intimo, autentico e senza filtri, pensato per portare le lettrici dietro le quinte del romanzo e dentro le emozioni di chi lo ha scritto.


Oggi abbiamo il piacere di ospitare Lisa Dolphin, che ci accompagna in un dialogo fatto di ispirazioni, processi creativi e progetti futuri. Pronte a scoprirla?


Breve presentazione dell’autrice, del libro e del tema principale.


Lisa Dolphin è un’autrice italiana di romance contemporaneo che pone al centro delle sue storie l’emotività, i legami profondi e la complessità delle relazioni umane, raccontate con particolare attenzione all’intimità emotiva e al coraggio di guardarsi dentro. Sotto la superficie, è un romanzo che intreccia introspezione, segreti e un amore che nasce lentamente mentre due donne imparano a riconoscere le proprie fragilità. Attraverso la storia di Elisabetta e Matilde, il libro esplora il modo in cui ciò che tratteniamo dentro può condizionare il presente e come, a volte, la salvezza arrivi proprio dall’incontro con chi sa vedere oltre le apparenze.


  1. Come è nato questo progetto? Ricordi il momento preciso in cui l’idea ha iniziato a prendere forma?


    L’idea è nata dal bisogno di esplorare un territorio nuovo per me: dopo anni passati ascrivere romance MM, sentivo il desiderio profondo di raccontare il mondo femminile, le sue sfumature emotive e, soprattutto, come si vive un amore tra donne. Volevo costruire una storia dove il romanticismo si intrecciasse a un mistero da risolvere, ma senza che l’intrigo oscurasse i sentimenti. Il cuore del romanzo è sempre stato Betta e Tilde, e il modo in cui due donne così diverse possono cambiarsi la vita.


  2. Come sono nati i personaggi? Partivano da un’immagine precisa, da un’emozione o sono cresciuti strada facendo?


    Le due protagoniste sono nate in un momento della mia vita in cui anch’io stavo ricominciando da zero. Betta rappresenta ciò che ero stata: la quiete che rassicura mai imprigiona. Matilde invece incarna ciò che stavo diventando: un’energia nuova, più istintiva, più viva. Entrambe portano con sé emozioni reali: la paura di rimettersi in gioco, il bisogno di essere viste, la voglia di tornare a respirare senza chiedere il permesso. Sono cresciute insieme a me mentre scrivevo.


  3. Qual è stato il momento più entusiasmante della scrittura e quale, invece, quello che ti ha messo più alla prova?


    Il momento più entusiasmante è stato scrivere l’incontro tra Betta e Tilde, e tutte le loro prime volte: gli sguardi trattenuti, l’imbarazzo, la delicatezza del loro avvicinarsi. La parte più complessa è stata gestire il mistero legato alla scomparsa della signora Moreschi: un equilibrio sottile tra tensione narrativa e profondità emotiva, che volevo mantenere senza sottrarre spazio alla storia d’amore.


  4. Hai mai avuto un momento di stallo o di sconforto, in cui hai pensato di mollare tutto? Se sì, cosa ti ha fatto andare avanti?


    Questa storia è una delle poche che si è praticamente scritta da sola. Non ho avuto veri momenti di blocco, forse perché Betta e Tilde erano chiare fin dall’inizio. Sapevo cosa volevo raccontare e dove volevo portarle, e loro mi hanno guidata senza esitazioni.


  1. Cosa puoi anticiparci del tuo futuro letterario? Hai già un progetto in lavorazione o un’idea che ti sta chiamando?


    Mi piacerebbe scrivere un seguito della storia di Betta e Tilde, ma credo che ci vorrà ancora un po' di tempo. Per ora sto concludendo una serie MM e, da febbraio, inizierà una nuova storia. Le idee non mancano, è solo questione di lasciarle maturare al momento giusto.


  2. C’è un personaggio a cui sei particolarmente legata? E uno in cui ti riconosci di più? Perché?


    Sono molto legata a Betta: il suo bisogno di ordine, la sua timidezza emotiva e la difficoltà a lasciarsi andare parlano di parti di me che conosco bene. Allo stesso tempo, però, mi riconosco nella spontaneità di Tilde, nella sua vulnerabilità creativa e in quel modo istintivo di amare “senza rete”. Entrambe mi rispecchiano, ognuna in un modo diverso.


  3. Quale tema o messaggio speri arrivi più forte ai lettori?


    Il tema principale è proprio quello che dà il titolo al romanzo: tutto ciò che rimane nascosto sotto la superficie. Le emozioni taciute, i dolori sedimentati, le abitudini che ci proteggono e ci imprigionano. Ma anche la bellezza invisibile, quella che solo chi ci osserva davvero riesce a riconoscere. Il messaggio è che non siamo costretti a rimanere dove soffochiamo: a volte basta incontrare qualcuno capace di vederci davvero.


  4. C’è un aneddoto curioso o un dettaglio nascosto che nessuno ha ancora notato nel libro?


    Un dettaglio nascosto è legato alle fotografie che Matilde scatta in casa di Betta. In unascena, si sofferma su un riflesso nel vetro che sembra insignificante, ma in realtà è il primo indizio visivo del modo in cui lei percepisce Betta: non per ciò che mostra, ma per ciò che le sfugge. È un piccolo dettaglio che anticipa il loro legame, e che nessuno finora ha notato.


  5. Cosa ti emoziona di più nel dialogo con le tue lettrici e lettori? C’è un feedback che ti ha colpita?


    Ciò che mi ha emozionato di più è vedere quanto le lettrici abbiano apprezzato una storia diversa dai miei soliti schemi. Molte mi hanno scritto definendola ‘qualcosa di vero’, e questo per me è il complimento più grande: significa che le emozioni sono arrivate esattamente dove speravo.


  6. Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni?


    Il mio sogno un po’ folle? Vedere una mia storia trasformata in una serie o un film dove l’amore sia raccontato con autenticità e cura. Ma ancora più grande è il desiderio di scrivere un libro che diventi un porto sicuro per chi lo legge, un romanzo che accompagni qualcuno a ritrovarsi, proprio come Betta e Tilde lo fanno tra loro.



Ringraziamo Lisa Dolphin, per averci fatto entrare nel suo mondo. Ora la prossima domanda falla tu lettrice!



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