INTERVISTA ALL'AUTRICE
Benvenuta alle interviste di Lesbook, lo spazio dedicato alle voci che stanno plasmando l’universo della narrativa WLW nel queer contemporaneo.
Qui incontriamo autrici capaci di emozionare, sorprendere e raccontare il mondo attraverso storie che parlano di identità, coraggio e amore in tutte le sue forme.
Ogni intervista nasce con un obiettivo: entrare nel laboratorio creativo dell’autrice, scoprire da dove nasce un’idea, come prendono forma i personaggi e quali sfide accompagnano il viaggio della scrittura. Un momento intimo, autentico e senza filtri, pensato per portare le lettrici dietro le quinte del romanzo e dentro le emozioni di chi lo ha scritto.
Oggi abbiamo il piacere di ospitare Alessandra Menardi, che ci accompagna in un dialogo fatto di ispirazioni, processi creativi e progetti futuri. Pronte a scoprirla?
Breve presentazione dell’autrice, del libro e del tema principale.
Alessandra Menardi, in arte Artemisia. 33 anni. Insegnante di storia e filosofia, giocatrice diRoller derby, accumulatrice seriale di libri. Saoirse vede la luce nel 2019, in piena sessione di tesi.
Doveva essere una breve fiaba da regalare ad un’amica; l’autrice, da brava ADHD iperattiva, lo trasforma in romanzo storico di 160 pagine, mettendoci dentro vissuto personale, passione per il mondo celtico, ma soprattutto tanto Femminile.In Saoirse, Elisabeth inizia una nuova vita col padre in un piccolo villaggio di antiche tradizioni cristiane. Lei stenta ad adeguarsi alle regole che la vorrebbero figlia e donna remissiva, attirando così lo sguardo sospettoso di Padre Donovan e gli occhi di ghiaccio del misterioso Cacciatore.
Come è nato questo progetto? Ricordi il momento preciso in cui l’idea ha iniziato a prendere forma?
Lo ricordo benissimo, non potrei mai dimenticarlo. Ero con una delle mie più care amiche, la musicista Sybell, e mi stava parlando di un progetto musicale per il 25 novembre cui stava lavorando. La canzone che stava nascendo e la conversazione, così densa di argomenti, idee e ispirazione femminista mi diedero immediatamente l’idea per il racconto e decisi subito che lo avrei regalato a lei.
Come sono nati i personaggi? Partivano da un’immagine precisa, da un’emozione o sono cresciuti strada facendo?
I personaggi principali erano chiari nella mia testa fin dal primo momento, ma hanno preso una forma definitiva solo quando ho iniziato a metterli su carta, diventando davvero tridimensionali e acquisendo caratteri peculiari. La protagonista prende vita dalla mia storia personale, ma incarna soprattutto ciò che vorrei essere: una donna libera e coraggiosa.
Qual è stato il momento più entusiasmante della scrittura e quale, invece, quello che ti ha messo più alla prova?
Il momento che mi ha presa di più è stato il dialogo di svelamento tra i personaggi principali, che mi ha rapita in un flusso narrativo continuo. Più raccontavo, più mi sembrava che le loro storie fossero già scritte. Il momento peggiore è stato scegliere il finale definitivo tra i tanti possibili che avevo immaginato: volevo che fosse “giusto”, non scontato o stucchevole, che fosse coerente con il realismo che avevo scelto di seguire.
Hai mai avuto un momento di stallo o di sconforto, in cui hai pensato di mollare tutto? Se sì, cosa ti ha fatto andare avanti?
Non ho mai avuto momento di sconforto, non ho mai vacillato, non mi sono neanche resa conto che la breve fiaba iniziale stesse diventando “altro”. Era la prima volta in tanti anni in cui mi succedeva, forse è stato proprio per questo che ho deciso di pubblicare questo e non altri racconti scritti in precedenza.
Cosa puoi anticiparci del tuo futuro letterario? Hai già un progetto in lavorazione o un’idea che ti sta chiamando?
Ho appena terminato una biografia su commissione e sto scrivendo un altro romanzo, riprendendo un’idea nata tanti anni fa che parla di come la musica possa connettere le persone provenienti da mondi differenti.
C’è un personaggio a cui sei particolarmente legata? E uno in cui ti riconosci di più? Perché?
Sono legata ai personaggi femminili del romanzo, in ognuna di loro c’è una parte di me odi come vorrei essere e forse, a ben pensarci, sono donne che vorrei nella mia vita.
Quale tema o messaggio speri arrivi più forte ai lettori?
Vorrei che chi legge Saoirse possa scoprirlo come uno specchio: ritrovarsi dentro le vicende, i personaggi, le loro identità e i loro pensieri. Vorrei che il romanzo facesse sentire ascoltatə, vistə, accoltə, per ciò che si è profondamente e non per ciò che sono le aspettative altrui. Saoirse è uno sguardo complice di chi sa quanto sia difficile essere“diversə”.
C’è un aneddoto curioso o un dettaglio nascosto che nessuno ha ancora notato nel libro?
Mi diverte molto sfidare lə lettricə a individuare esattamente l’epoca storica e i luoghi in cui sono ambientate le vicende. Ho lasciato indizi qui e là, se volete provarci anche voi! Inoltre, uno dei grandi misteri è: ma come si legge il titolo? Ho dovuto fare un reel sui social per spiegarlo, ma mi fanno sorridere i tentativi fallimentari che sento spesso e volentieri (per inciso, si legge “Sìrscia”).
Cosa ti emoziona di più nel dialogo con le tue lettrici e lettori? C’è un feedback che ti ha colpita?
Mi colpiscono molto le impressioni che Saoirse suscita nelle persone: nonostante ci siano aspetti comuni per tuttə, ogni persona mi ha disperso nell’interpretazione di alcuni dettagli ai quali neanche io avevo fatto caso, oppure letture profondamente personali di dialoghi e reazioni. Tra tutti, il rimando che più mi ha colpita è stato sicuramente quello di un amico che, leggendolo, è riuscito a disvelare finalmente la sua identità più profonda.
Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni?
Sembra banale, ma vorrei diventare una scrittrice queer affermata, di quelle che trovano i libri esposti nelle librerie indipendenti e nei circoli. Vorrei diventare un autrice di riferimento per gli adolescenti in fase di scoperta della propria identità, dar loro qualcosa di essenziale che non scoprono in aula o a casa.
Ringraziamo Alessandra Menardi, per averci fatto entrare nel suo mondo. Ora la prossima domanda falla tu lettrice!

