INTERVISTA ALL'AUTRICE
INTERVISTA ALL'AUTRICE
Benvenuta alle interviste di Lesbook, lo spazio dedicato alle voci che stanno plasmando l’universo della narrativa WLW nel queer contemporaneo.
Qui incontriamo autrici capaci di emozionare, sorprendere e raccontare il mondo attraverso storie che parlano di identità, coraggio e amore in tutte le sue forme.
Ogni intervista nasce con un obiettivo: entrare nel laboratorio creativo dell’autrice, scoprire da dove nasce un’idea, come prendono forma i personaggi e quali sfide accompagnano il viaggio della scrittura. Un momento intimo, autentico e senza filtri, pensato per portare le lettrici dietro le quinte del romanzo e dentro le emozioni di chi lo ha scritto.
Oggi abbiamo il piacere di ospitare Valentina Gambino, che ci accompagna in un dialogo fatto di ispirazioni, processi creativi e progetti futuri. Pronte a scoprirla?
Breve presentazione dell’autrice, del libro e del tema principale.
Valentina Gambino, nata a Palermo nel 1978, si è formata tra la sua città natale e Milano, dove ha affinato le competenze nel graphic design prima di trasferirsi a Lecce, dove vive e lavora.
Giornalista per Gay.it, content creator e ghostwriter, intreccia quotidianamente creatività e strategia, trasformando le parole in strumenti narrativi e digitali.
Nel dicembre 2024 ha pubblicato “Pazzainculo e altri racconti rabbiosi” (Affiori – Giulio Perrone Editore), la sua prima raccolta di racconti.
Il libro è un affresco feroce e ironico sulle contraddizioni della modernità: donne che lottano contro aspettative soffocanti, identità frammentate e una rabbia silenziosa che esplode in modi imprevedibili. Con uno stile graffiante e grottesco, Pazzainculo mescola sarcasmo e introspezione offrendo un ritratto lucido, spietato e sorprendentemente umano del presente.
Come è nato questo progetto? Ricordi il momento preciso in cui l’idea ha iniziato a prendere forma?
Sono sempre stata attratta dai racconti brevi, quelli che ti colpiscono allo stomaco senza chiedere permesso. Dopo il mio primo Salone del Libro da autrice, ho sentito il bisogno di raccontare davvero chi sono, liberandomi dalle aspettative e dalle scelte sbagliate. Il mio romanzo d’esordio non ha trovato la strada che immaginavo anche per “merito” di una CE horror alla quale avevo – maldestramente – affidato il mio talento. Da lì è nata l’urgenza di scrivere altro (e meglio).
Come sono nati i personaggi? Partivano da un’immagine precisa, da un’emozione o sono cresciuti strada facendo?
Nella mia scrittura parto sempre dai personaggi: sono loro a guidarmi e a trasformarsi, passo dopo passo, in un racconto immediato. Quando un’idea arriva e non posso scriverla, la fermo sul cellulare: spesso mi basta una frase, a volte una sola parola. Nel 99% dei casi attingo a storie vissute o che mi hanno colpito profondamente, e scrivo di getto finché non le vedo prendere forma sulla pagina.
Qual è stato il momento più entusiasmante della scrittura e quale, invece, quello che ti ha messo più alla prova?
Sono una persona irrequieta: la scrittura per me è un vortice di emozioni bellissime e dolorose insieme. Ogni storia mi mette alla prova, mi scompone e mi ricompone. E, nonostante tutto, o forse proprio per questo, ogni passo del processo continua a entusiasmarmi.
Hai mai avuto un momento di stallo o di sconforto, in cui hai pensato di mollare tutto? Se sì, cosa ti ha fatto andare avanti?
Dopo la pubblicazione del mio primo romanzo avevo pensato di mollare tutto. Poi ho trasformato quello sconforto - e la rabbia che ne è seguita - in scrittura. Pazzainculo è nato così: un modo per elaborare, anche in senso terapeutico, la violenza psicologica che mi sono trovata a fronteggiare.
Cosa puoi anticiparci del tuo futuro letterario? Hai già un progetto in lavorazione o un’idea che ti sta chiamando?
A febbraio pubblicherò una nuova raccolta di racconti che attraversa più generi e mostra un lato inedito di me. Sempre all’inizio del 2026 prenderò parte anche a una raccolta corale insieme ad altri autori. Non posso dire molto di più - o meglio, non so se posso dirlo, perché non mi sono ancora informata (lo so, un disastro!).
C’è un personaggio a cui sei particolarmente legata? E uno in cui ti riconosci di più? Perché?
Pazzainculo, oltre a dare il titolo alla raccolta, è anche la protagonista del primo racconto.
Non le sono affezionata - e capirete subito il perché - ma è il personaggio a cui sono più legata. Proprio perché è quello in cui meno mi riconosco, raccontarla mi ha permesso di esorcizzare molto più di quanto immaginassi.
Quale tema o messaggio speri arrivi più forte ai lettori?
Spero arrivi soprattutto questo: non siamo obbligate a essere perfette, né a incastrarci nelle aspettative degli altri. I racconti di Pazzainculo parlano di donne che convivono con le proprie insicurezze in un mondo che pretende tutto e il contrario di tutto. Attraverso ironia, rabbia e uno sguardo graffiante, vorrei che chi legge si sentisse meno solo nelle proprie contraddizioni. E magari trovasse il coraggio di smascherare, a sua volta, le ipocrisie che lo
circondano.
C’è un aneddoto curioso o un dettaglio nascosto che nessuno ha ancora notato nel libro?
Alcune persone che hanno ispirato i personaggi dei miei racconti hanno letto il libro… e non si sono riconosciute. Ancora oggi mi chiedo come sia possibile! Forse perché, nel passare dalla realtà alla pagina, tutto si deforma: le debolezze si amplificano, le ipocrisie si smascherano e la verità diventa più evidente proprio quando nessuno pensa riguardi lui.
Cosa ti emoziona di più nel dialogo con le tue lettrici e lettori? C’è un feedback che ti ha colpita?
Ho letto di recente una splendida recensione di una lettrice, pubblicata sul suo blog. Mi ha emozionato scoprire come una persona che non sa nulla di me sia riuscita, attraverso la mia scrittura, a cogliere così tanto della mia essenza.
Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni?
Mi piacerebbe aprire una casa editrice insieme a mia moglie e alla mia migliore amica. Non lo considero un sogno folle, ma un progetto ambizioso a lungo termine. Chissà, magari un giorno succederà: mai dire mai!
Ringraziamo Valentina Gambino, per averci fatto entrare nel suo mondo. Ora la prossima domanda falla tu lettrice!

