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Nel corpo di me

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Nel corpo di me

INTERVISTA ALL'AUTRICE


Benvenuta alle interviste di Lesbook, lo spazio dedicato alle voci che stanno plasmando l’universo della narrativa WLW nel queer contemporaneo.


Qui incontriamo autrici capaci di emozionare, sorprendere e raccontare il mondo attraverso storie che parlano di identità, coraggio e amore in tutte le sue forme.


Ogni intervista nasce con un obiettivo: entrare nel laboratorio creativo dell’autrice, scoprire da dove nasce un’idea, come prendono forma i personaggi e quali sfide accompagnano il viaggio della scrittura. Un momento intimo, autentico e senza filtri, pensato per portare le lettrici dietro le quinte del romanzo e dentro le emozioni di chi lo ha scritto.


Oggi abbiamo il piacere di ospitare Aurora Piaggesi, che ci accompagna in un dialogo fatto di ispirazioni, processi creativi e progetti futuri. Pronte a scoprirla?



Breve presentazione dell’autrice, del libro e del tema principale.


Nel corpo di me, pubblicato da Ignazio Pappalardo Editore, racconta la storia di Silvia, logopedista lesbica che, dopo un misterioso incidente in barca, si scopre improvvisamente incinta, pur non avendo mai avuto rapporti con uomini. Questo incomprensibile avvenimento ribalterà completamente la sua vita e riporterà alla luce il rapporto con Giada, interrotto ma

mai veramente dimenticato. Una storia che affronta il tema della maternità, dell’amore e del rapporto della società e del

sé con l’incomprensibile, nata come sceneggiatura dal titolo In Umana Concezione dalla tastiera di Aurora Piaggesi, autrice e regista, vincitrice del Premio Borsa di Formazione Mattador, direttrice artistica della compagnia Radio Play Live e, ovviamente, donna saffica e mamma di due gatti.


  1. Come è nato questo progetto? Ricordi il momento preciso in cui l’idea ha iniziato a prendere forma?


L’idea per questa storia è nata nel 2016 come soggetto di un film. Si discuteva tanto di unioni civili e, chi era contrario, criticava soprattutto il concetto di famiglia omogenitoriale. Per qualche motivo, mi trovai a pensare cosa avrei fatto se la mia ragazza, oggi mia moglie, mi fosse venuta a dire che era rimasta incinta “così, per miracolo”. I due spunti si sono uniti, ed ecco In Umana Concezione, diventata poi un romanzo nel 2019.


  1. Come sono nati i personaggi? Partivano da un’immagine precisa, da un’emozione o sono cresciuti strada facendo?


E' passato tanto tempo, ma credo che siano Giada e Silvia siano nate con l’idea di creare due persone molto diverse tra loro che, tuttavia, fossero accumunate dall’incapacità di percepirsi come madri. Non sono cambiate molto nelle varie stesure ma, chiaramente, evolvono all’interno della storia.


  1. Qual è stato il momento più entusiasmante della scrittura e quale, invece, quello che ti ha messo più alla prova?


Dopo la scrittura del soggetto, paradossalmente abbastanza facile, la scrittura della sceneggiatura è stata difficile, continuavo a ricevere critiche dai miei mentori, che la storia e i personaggi non erano abbastanza approfonditi. Per questo ho deciso di renderla un romanzo, ed è stato bellissimo, finalmente, poter andare a fondo quanto era necessario.

Il mondo della storia si è ampliato enormemente. Dolorosissima, ma questo è un classico, la fase di editing.


  1.  Hai mai avuto un momento di stallo o di sconforto, in cui hai pensato di mollare tutto? Se sì, cosa ti ha fatto andare avanti?


Io spesso mi butto giù e mi piango addosso, ma più che mollare, semmai metto il progetto in stand by e mi dedico ad altro per un pochino. Ad esempio, quando non trovavo un editore per questo romanzo, nel frattempo ho scritto altro, ma ho continuato a mandarlo in giro e ad editare, seppur a distanza di mesi tra un editing e l’altro. Nella fase iniziale, invece, mi ha

aiutato sviluppare la storia all’interno di un corso, dove avevo dei mentori che mi stimolavano.


5. Cosa puoi anticiparci del tuo futuro letterario? Hai già un progetto in lavorazione o un’idea che ti sta chiamando?


Dove vivono le fate, il mio secondo romanzo, spera di trovare presto una realtà dentro cui vedere la luce, che sia un editore o un’agenzia letteraria. Ho in cantiere anche altri progetti, tra un terzo romanzo che aspetta di vedere la luce e i copioni che scrivo per Radio Play Live. Le idee sono sempre molte, man mano che vengono alla luce me le appunto e poi valuto su

cosa potermi dedicare volta volta.


6. C’è un personaggio a cui sei particolarmente legata? E uno in cui ti riconosci di più? Perché?


Ogni scarafone è bello a mamma sua, ma io sono particolarmente affezionata ai personaggi minori, come Enio l’edicolante o Mattia detto Spiderman, il bambino con problemi di deglutizione fissato con i ragni. Il personaggio che mi somiglia di più è Giada, abbiamo molto in comune ma non è basato su di me in modo particolare.


7. Quale tema o messaggio speri arrivi più forte alle lettrici?


Ognuno di noi reagisce in modo diverso a ciò che accade e che non capiamo e magari ci spaventa, ma vorrei che passasse come messaggio l’importanza di non cedere alla paura, che genera ignoranza e odio, rovinando spesso le esistenze altrui, e di invece, paradossalmente, cedere all’amore.


8. C’è un aneddoto curioso o un dettaglio nascosto che nessuno ha ancora notato nel libro?


Sto ancora aspettando che qualcuno mi venga a dire: “ho capito! La città in cui è ambientato il romanzo è ispirata a…”. Vediamo se qualcuno indovina!


9. Cosa ti emoziona di più nel dialogo con le tue lettrici e lettori? C’è un feedback che ti ha colpita?


Ogni confronto umano che mi sta capitando di avere con chi ha letto il mio romanzo mi riempie di gioia, gratitudine e anche di meraviglia, perché sento un’incredibile connessione. Confrontarmi con chi ha letto quelle parole e conosciuto quei personaggi è un’emozione impareggiabile, che ancora devo imparare a descrivere. Un feedback che torna spesso è sul fatto che la mia scrittura risulta molto “visiva, cinematografica” e all’inizio ci rimanevo male, poi ho capito che era un riscontro positivo. :-P


10. Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni?


Qual è il sogno grande, irraggiungibile, un po’ folle, che ti auguri di realizzare come autrice nei prossimi anni? Sarà banale come risposta, ma sogno di udire questa frase: “Aurora Piaggesi, qual è il tuo prossimo progetto? Ah, che importa! Ci fidiamo di te! Eccoti carta bianca, un vitalizio e il tempo che serve per realizzarlo: tu crea e poi a distribuirlo e promuoverlo ci pensiamo noi!” Dite che chiedo troppo a Babbo Natale? :-D



Ringraziamo Aurora Piaggesi per averci fatto entrare nel suo mondo. Ora la prossima domanda falla tu lettrice!


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